Longuelo tra prospettive e criticità
Un quartiere non è soltanto un insieme di case e servizi, né soltanto una porzione della città. È un fatto sociale, collocato in uno spazio specifico e caratterizzato da una sua forma. Ma soprattutto ogni quartiere si connota per la sua identità, costruita nel tempo dalle persone che lo abitano e dalle relazioni che costruiscono. Per ogni longuelese basterebbe soffermarsi un poco sull’immagine satellitare di Longuelo (con Google Maps l’esperimento è immediato) per comprendere al meglio come sono regolati gli equilibri tra abitazioni, infrastrutture, servizi pubblici, scuole, spazi verdi, spazi aperti e servizi privati (negozi, banche, palestre, fabbriche ecc). Questi equilibri inevitabilmente mutano nel tempo: talvolta diventano precari e insorgono problemi, di fronte ai quali ognuno di noi può provare a dare il suo contributo. Abbiamo provato a disegnare uno scenario generale di come sta il quartiere, esaminando i dati forniti dal Comune di Bergamo aggiornati al 2020 (potete leggere di seguito l’articolo di Mario Ravasio). Dal punto di vista delle attività commerciali, in questo ultimo periodo c’è stato un incremento di punti di ristorazione. Alle tre già presenti pizzerie d’asporto (Pizzeria Mauro via Lochis 33c, Pizzeria Italia in via Longuelo 89 e Pizza party in via Trento 56) se ne è aggiunta una quarta, la Pizzeria dal Monte in via Puccini 24 e Berghem Love, in via Bellini 5, punto di ristorazione con prodotti tipici, nonché la gelateria La cialda sotto i portici di via Mattioli. Un’ ampia scelta per chi si vuole garantire, anche all’ultimo minuto, il pranzo o la cena pronti, mentre nulla si muove per quanto riguarda il tanto sospirato market alimentare che si aggiungerebbe all’unico esistente sotto i portici di via Mattioli. Sicuramente le strategie di marketing avranno tenuto conto che a Longuelo poco meno della metà dei nuclei familiari è composta da una sola persona e, si sa, stare ai fornelli senza poi condividere i manicaretti non è di molta soddisfazione.
Le note dolenti arrivano quando proviamo ad analizzare i servizi pubblici: scuole e servizi sanitari. Per quanto riguarda i primi, è ormai costante da alcuni anni il calo demografico del nostro quartiere. Ma a giustificare un minore numero di iscrizioni presso le scuole di quartiere vi è anche la scelta di molte famiglie longuelesi di iscrivere legittimamente i propri figli in altri plessi scolastici, privati e pubblici. In città o nei confinanti comuni di Curno e Mozzo. E si sa, una minore utenza influisce anche sul “potere d’acquisto” della scuola del territorio che nonostante tutto in questi ultimi anni si è prodigata (e continua a farlo) nel tenere alta la qualità della propria offerta formativa (vedi la cifra “green” delle medie, la nuova “aula delle meraviglie” per le elementari, etc.). Ma la grande e attualissima preoccupazione risiede nella mancanza del cosiddetto “medico di base”. Con gli ultimi pensionamenti dei medici storici (dott.ssa Marchisio, per esempio), molti longuelesi sono rimasti senza la possibilità di recarsi in quartiere dal proprio medico di medicina generale. Dopo una provvisoria assegnazione, molti assistiti – per evidenti necessità (anche soltanto per le ricette di medicinali) – sono costretti a cercare un altro medico. Non in quartiere ma in altra parte della città. Con le difficoltà di raggiungere l’ambulatorio soprattutto per la popolazione più anziana.
Da ultimo, dobbiamo annoverare tra le criticità anche la recente notizia che il Longuelo Calcio non continuerà più la sua “mission sportiva” – “Calcio con stile” – che coinvolgeva un vasto vivaio di ragazzi e giovani.